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  Pasqua di resurrezione: cosa ci insegna sulla legge La vita oltrepassa il diritto, ma gli dà anche il suo vero senso. « Littera occidit, spiritus vivificat », diceva San Paolo. L'insegnamento cristiano è coerente quando afferma la superiorità dello spirito, che vivifica sulla "lettera", cioè la norma, che uccide se è sterile e si limita a un'affermazione esteriore, senza però aderire alla vita e alla sue leggi più profonde.  Ma la Resurrezione è un evento dirompente: è la vita che vince la legge, si afferma al di là di essa e oltre i suoi limiti, anche quando si tratta di leggi naturali.  Per chi è cristiano e crede, la Resurrezione non è un simbolo, una metafora, ma un fatto vero, compiuto da Gesù, detto il Cristo, veramente morto in croce e davvero risorto. Ci precede indicandoci la via e dimostrandoci che la vita non finisce con la morte, ma la sconfigge.  Non sarà la morte a dire l'ultima parola: la vita è davanti alla legge, la precede, la sovrasta.   «Il d
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Il mistero del processo L'interrogativo di Salvatore Satta oggi è attuale più che mai Ho appena finito di leggere questo libro, Il mistero del processo , tanto breve quanto denso, di uno dei più grandi e profondi giuristi del Novecento (lo si è scoperto soprattutto dopo la sua morte); una raccolta di saggi accomunati da un tema centrale in tutte le epoche: il processo . Per Salvatore Satta il processo è la chiave di volta del diritto, e il suo " mistero " è da indagare  per comprenderlo nella sua essenza e nel suo significato. " Che cosa è il processo? La domanda è tanto impegnativa quanto trascurata, specialmente oggi. Il processo richiede una definizione profonda, che ne colga le implicazioni; non basta studiarlo tecnicamente nei suoi meccanismi, occorre anche chiedersi da dove origini, a quali bisogni corrisponda. Nonostante la difficoltà, una risposta bisogna pur darla , da parte dei giuristi " se non vogliamo concludere la nost

L'apologo dell'onestà

L'apologo sull'onestà nel paese dei corrotti  di Italo Calvino  Nel 1980, Italo Calvino scrisse su La Repubblica un articolo, in forma di apologo, che all'epoca apparve misconosciuto, ma la cui grandezza è stata apprezzata a distanza di tempo. L'apologo è un breve racconto, una "favoletta" che nell'immediato è divertente e nel profondo offre una verità, un insegnamento. Calvino ci raccontava - prima di Sciascia, Falcone, Di Pietro, Saviano e molti altri - di come la scalata al potere si alimenta a partire dalle disponibilità finanziarie accumulate illegalmente, che sono la chiave per ottenere altri favori illeciti e così acquisire posizioni dominanti; così operando, i criminali hanno modo di arricchirsi e prosperare sempre più, espandendo la propria influenza e allargando il circuito ad altri disposti a entrarvi, in un circolo vorticoso di illegalità crescente. L'importanza di questo racconto, peraltro già all'epoca attualissim
La neve brucia finché non ne trovi il senso Oltre le apparenze: una "vice-mamma" cerca giustizia per il bambino trovato morto tra la neve Il libro, e il film, "Il senso di Smilla per la neve"  Un bambino di sei anni. Eschimese. Trovato caduto dal tetto di casa. Morto . Tra la neve. Si chiamava Isaiah. Smilla (la protagonista del romanzo e del film) non è la mamma. E' una vicina di casa. Una ragazza, eschimese anche lei. La madre è una groenlandese  vedova ed alcolizzata. Vivono a Copenaghen. Smilla aveva stretto amicizia con Isaiah. Arriva la polizia, e l'ambulanza ormai inutile. Fanno presto a liquidare il caso: incidente . Il bambino è caduto dal tetto. E' scivolato sulla neve. Smilla è perplessa. D'istinto, non le piace questa ricostruzione dell'accaduto. Non è convinta . Sale sul tetto. Esplora le orme. La aiuta il suo "senso per la neve", innato per la sua provenienza geografica, maturato attraverso i suoi stu
Komorebi La luce che filtra tra gli alberi Come la letteratura illumina il diritto Komorebi è una parola giapponese che non esiste in italiano; esprime quell'effetto particolare che fa la luce del sole quando filtra tra le foglie degli alberi.   Noi non abbiamo un nome per esprimere questo concetto: i giapponesi, più sensibili ai fenomeni naturali e allo stupore che deriva dalla loro contemplazione, sì. Ogni lingua è uno specifico modo di intendere il mondo e dunque di rappresentarlo. Ogni lingua sviluppa quei termini che osserva, dei quali deve comprendere il funzionamento o il significato, o cogliere l'essenza, e che comunque ha bisogno di indicare e descrivere. A noi, per definire la neve, basta dire "neve"; gli esquimesi, che in mezzo alla neve vivono, e per i quali dunque essa rappresenta l'imprescindibile ambiente naturale, hanno decine di parole diverse. A loro volta, i beduini del deserto hanno una gamma di parole altrettanto vasta per

Diritto e letteratura: il perchè di un binomio

Perché proporre diritto e letteratura? Perché ritengo che sia una via proficua per comprendere meglio il diritto. L'obiettivo che auspico, con questo semplice blog, è stimolare la riflessione sui valori giuridici fondamentali, coltivando la sensibilità degli operatori (non solo magistrati e avvocati, ma anche giuristi d'impresa, commercialisti, consulenti del lavoro, cancellieri, ufficiali giudiziari) attraverso la lettura ragionata di opere letterarie di tutti i tempi, dai classici ai contemporanei, che hanno attinenza con temi giuridici: la giustizia, la legge (e i rapporti tra le due!), la colpa, la pena, il processo, la testimonianza, il reato, l'illecito civile, il torto, il sopruso, la prevaricazione, e molti altri, In tutti i tempi, da Antigone tra gli antichi, a Shakespeare, Manzoni e Dostoevskij tra i classici, a Satta e Calamandrei tra i moderni, a Carofiglio e De Silva tra i contemporanei, la letteratura si è interessata al fenomeno del diritto, alle leg